Notizia del 19 ottobre 2006 - 14:00
Finanziaria, una legge di fiducia
Il governo vuole fare passare in Parlamento il decreto fiscale collegato alla Finanziaria con un voto blindato. Che fa la Cdl?
di: Fabruzum
Decreto fiscale con fiducia?
Il pericolo vero è che questi ci stanno prendendo gusto. Per la votazione in Parlamento del decreto fiscale collegato alla Finanziaria, il governo è intenzionato a porre la fiducia, per l’ennesima volta dall’inizio della sua legislatura.
Il problema si traduce in una palese operazione di stampo autoritaristico. Porre la fiducia persino su questi ordini del giorno denota due pericolose circostanze: la prima, che nemmeno nella stessa coalizione di governo c’è un coordinamento comune sulle scelte delle politiche da adottare e la seconda, che l’attuale governo può far approvare ciò che desidera, tanto c’è la certezza della fiducia apposta sulla votazione.
Un significativo passo verso quello che può rappresentare la totale ingovernabilità di Prodi e del suo modo operativo, ai limiti della costituzionalità; dopo il mio intervento di ieri, avevo presagito che potesse ancora cambiare molto riguardo alla prima presentazione della manovra economica più inconcludente e vessatoria degli ultimi anni. Mi fa sorridere quando gli esponenti sinistrorsi parlano di equa redistribuzione della ricchezza in Italia e non capiscono che, in primis, non si redistribuirà proprio nulla e che, in secondo luogo, non ci sarà nemmeno più un economia nazionale.
Tornando al discorso principale, è imbarazzante per un governo dover ricorrere alla fiducia quasi per ogni votazione nelle aule parlamentari, senza contare il recente avvio di una procedura di controllo per la vicenda Autostrade-Abertis, da parte dell’Antitrust UE, proprio in seguito alla dichiarazione del buon Romano, in compagnia di Zapatero.
Come si può decidere il futuro di famiglie ed imprese con così tanta leggerezza? Forse con la stessa espressione candida che ha sempre il ministro Ferrero, forse osservando le gesta del “prezzemolino” Mastella, forse, più semplicemente, osservando il premier italiano quando dà il meglio di se ovvero quando viene messo alle strette dall’opposizione (a volte c’è anche lei…) e comincia a bofonchiare parole senza senso, miste a sguardi cagneschi, ai limiti del grottesco.
Probabilmente sono proprio quelli sguardi, carichi di odio e rabbia nei confronti di chi c’era prima, che dettano gran parte delle politiche pubbliche: la questione è, però, cercare di capire fino a che punto la gente potrà continuare ad avere le fette di prosciutto sugli occhi e non vedere cosa accade davvero in Italia, grazie a coloro che hanno votato ad Aprile per scacciare il Mostro Azzurro dalle fattezze capitalistiche di Berlusconi.
Il timore che coltivo dentro è che questa situazione duri ancora per molto tempo, giusto quello necessario per provocare danni molto complicati da risolvere in seno all’economia ed ai rapporti internazionali.
Domani sarà una giornata importante, anche se molti non lo sanno, perché, se verrà posta la fiducia per il decreto legge fiscale legato alla Finanziaria, l’opposizione deve uscire dagli scranni che ormai hanno la forma dei glutei dei parlamentari e far sentire con tenacia la loro voce, per fare ciò per cui son stati votati. Non si può continuare a perdere treni uno dietro l’altro perché la stazione sta chiudendo i battenti.
Sono stufo di dover criticare ciò per cui mi batto, ciò in cui credo, perché sono critiche che non fanno piacere: l’opposizione deve agire, agire, agire. Non si è ancora vista una vera opera della CdL ed è ora che si cominci, magari da domani, dopo aver lasciato sfuggire le occasioni delle elezioni di Aprile, quelle di Napoletano, l’intervento in Libano, il Decreto Bersani, il caso Telecom e la legge Finanziaria.
Stiamo ad attendere fiduciosi qualche segnale di vita, non dal centrosinistra però…
Tratto da: Thejustchoice.blogspot.com
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